Vi racconto di Consonno

Qualche tempo fa ho raccontato a mio papà di quanto mi fosse presa la fissazione di fare qualche foto in una casa abbandonata, un rudere o qualcosa di simile. Allora lui mi ha raccontato la storia di Consonno che io assolutamente non conoscevo. 
Dopo qualche lettura su internet, mi ha preso la voglia di andare a fotografare questo luogo fermo nel tempo. Così domenica scorsa siamo partiti alla volta di questa vera e propria città fantasma. 
Peccato che la nostra gita sia stata brutalmente interrotta da un vero e proprio nubifragio con tanto di grandine e strade allagate! La settimana prossima, dato che saremo in ferie, probabilmente torneremo perchè c’è ancora moltissimo da vedere e fotografare!
[Dal sito sulla storia di Consonno]

La storia dell’antico borgo di Consonno, in comune di Olginate (Lecco), è di quelle che sono retaggio dei ruggenti anni Sessanta, quando un improbabile “Grande Ufficiale Conte Mario Bagno”, imprenditore senza scrupoli, decise di acquistare in un colpo solo l’intero tenimento di Consonno, tipico borgo brianzolo sul Monte di Brianza.
Tutto il borgo venne demolito per realizzarvi una improbabile città dei divertimenti, una sorta di Las Vegas della Brianza. Bagno mise insieme un’accozzaglia di reperti e testimonianze che richiamavano tutti i luoghi del mondo e della storia, che prese il posto dell’antico borgo. “A Consonno il cielo è più azzurro”, recitavano gli striscioni di benvenuto di chi, varcata la porta d’entrata con due armigeri medioevali fantocci in posizione di guardia, saliva all’improbabile minareto.

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